Sono un life coach e un formatore: ti aiuto a prendere la direzione migliore, rispettando la molteplicità che ti contraddistingue.
Una delle domande che ricevo più spesso dai miei allievi durante i corsi è se esiste una differenza tra la parte sinistra del corpo e quella destra. Parlarne fa parte, ovviamente, del programma didattico, ma la maggior parte delle volte la domanda arriva prima che io sia arrivato a quell’argomento, il che dimostra che è un interrogativo molto presente nella mente delle persone che si avvicinano al mondo della comunicazione non verbale.
Probabilmente anche tu hai avuto a che fare con un cliente arrabbiato o insoddisfatto e purtroppo può capitare anche ai più precisi di incappare in qualche magagna che fa innervosire il cliente, o in un cliente che ha solo voglia di rompere le scatole per cose di poca importanza.
Si è celebrata il 25 novembre in tutto il mondo la “Giornata contro la violenza sulle donne”, che personalmente preferirei chiamare “Giornata contro gli uomini che fanno violenza sulle donne”, dal momento che questo tipo di comportamento è sempre perpetrato dal maschio sulla femmina e che le parole hanno un peso importante.
Alcuni manuali sulle strategie di persuasione insegnano che il bravo operatore è colui che cerca di riflettere le posture e di assumere lo stile comunicativo del proprio interlocutore, in modo da instaurare con lui una forte connessione emotiva.
Nel mondo del linguaggio del corpo esiste una moltitudine di segnali corporei inconsapevoli, i cosiddetti “atti subliminali”, dove “subliminali” sta a indicare proprio che si muovono sotto la soglia della nostra coscienza. Anche il sorriso è una delle sfumature della comunicazione non verbale.
Dare la mano a qualcuno è una delle usanze più universali per avere un primo contatto fisico. Non lo facciamo solo quando ci presentiamo per la prima volta, ma anche all’inizio e alla fine di alcuni incontri formali, per formalizzare un accordo verbale, per congratularci con una persona e per fare la pace, soprattutto da bambini. I maschi lo fanno anche tra amici spesso, quando si incontrano e quando si salutano, mentre le donne preferiscono altri atteggiamenti con le amiche, come l’abbraccio, il bacio sulla guancia o altri contatti corporei.
Molti esperti di marketing sostengono che non è vero che compriamo cose che non ci servono: ci servono eccome. Ne abbiamo bisogno, ma la ragione per cui ci servono, il più delle volte, non è quella che pensiamo. Questo ci porta a pensare che probabilmente non acquistiamo l’oggetto in sé, ma qualcos’altro.
Essere introversi nel mondo di oggi non è facile, come non lo è aver a che fare con una persona introversa se si fa parte della squadra opposta, quella degli estroversi. Sul piano della comunicazione, infatti, appartenere a una o all’altra di queste famiglie, porta ad avere una visione del mondo sostanzialmente molto differente e non ci sono torti o ragioni, ovviamente, solo sensibilità che hanno sfumature diverse.
A volte le aziende mi chiamano e mi chiedono corsi sull’ASCOLTO ATTIVO. Se penso che l’essere umano, seppur dotato di un cervello relazionale incredibilmente predisposto all’altruismo, oggi debba fare dei corsi per imparare ad ascoltare, sento un grave amaro in bocca, ma sembra che sia questa la tendenza degli ultimi decenni che, dall’avvento delle nuove tecnologie e soprattutto di internet, vede tutto velocizzato, relazioni comprese, facendo venire meno la pazienza, accorciando i tempi di interazione con gli altri, in un mondo in cui “tutto e subito” è il motto che accompagna la maggior parte di noi occidentali.
C’è una differenza sostanziale tra “contrasto” e “conflitto”, anche se spesso queste due parole vengono assimilate allo stesso significato. Per come l’ho sempre vista, il contrasto è una dimensione abbastanza comune in ogni tipo di relazione, che sia all’interno di una coppia, di un’amicizia o in ambito professionale.