Sono un life coach e un formatore: ti aiuto a prendere la direzione migliore, rispettando la molteplicità che ti contraddistingue.
L’amore è un sentimento che, nella storia dell’uomo occidentale, ha cambiato spesso i suoi lineamenti, parallelamente a come cambiava la cultura.
L’autostima è ormai diventata una sorta di prodotto da banco, acquistabile in pillole e banalizzato da una serie di guru che ne hanno fatto un business, dal momento che mai come nella nostra epoca questa dimensione si dimostra essenziale in ogni aspetto della vita.
Torniamo sul mondo non verbale e vediamo oggi due segnali che riguardano la ruminazione e la preoccupazione.
Di quest’ultima abbiamo già parlato in un recente video, ma in questa puntata voglio approfondire non solo il segnale non verbale in sé, ma anche la dinamica emotiva di queste due “abitudini” che possono, purtroppo, trasformarsi in vere e proprie trappole mentali che abbassano la qualità della vita.
È normale e sano il meccanismo dell’evitamento, come lo è scegliere di frequentare o no una persona, a seconda della nostra bussola emotiva, ma quando l’evitamento diventa reiterato e specifico e ci porta a fuggire da alcune delle nostre emozioni, allora c’è un grosso rischio di entrare in un circolo vizioso, che provo a spiegarti in questa puntata.
Rancori, risentimenti, aspettative frustrate all’interno della coppia, una volta raggiunto il limite di tolleranza, possono portare a una chiusura del rapporto piuttosto violenta, in cui entrambi i partner si vomitano addosso le peggio cose, finendo per odiarsi e, spesso, per farsi una guerra senza esclusione di colpi, soprattutto se ci sono di mezzo figli e fattori economici.
Oggi torniamo sul mondo non verbale e in particolare sugli occhi, dei quali abbiamo già parlato alcune volte in altri video precedenti, ma non abbiamo ancora toccato le sfumature che saranno protagoniste di questa puntata.
In mancanza di un partner ideale, molti di noi tendono a idealizzarlo non appena ne trovano uno. È una situazione piuttosto comune nella fase dell’innamoramento, dovuta a una speciale condizione biochimica del nostro organismo, poiché si accende una sorta di dipendenza, che noi pensiamo sia verso il partner, ma purtroppo è verso le sostanze chimiche che il nostro cervello mette in circolo quando ci innamoriamo.
Chiunque abbia avuto storie d’amore che siano durate mesi o anni, anche senza essere uno psicologo, probabilmente ha capito che esistono delle fasi che la coppia attraversa e che, a parte le prime due, quelle della disponibilità e della passione, in cui tutto va a meraviglia per qualche mese, si presentano come dei veri e propri assestamenti, spesso difficili da superare a causa delle continue incomprensioni che minano la serenità di entrambi.
Solitamente, quando si parla di noie relazionali in questo ambito, è solo uno il genitore con cui si hanno difficoltà, mentre con l’altro le cose funzionano o, comunque, esiste un buon grado di comprensione.
Ti parlo di “noie”, non di “disagi”, poiché questi due termini sono molto differenti tra loro e, come life coach, non posso né voglio addentrarmi nella dimensione del disagio, per la quale psicologi e psicoterapeuti hanno le conoscenze e gli strumenti che noi coach non possediamo.
In questa puntata facciamo un breve viaggio nel mondo dei pregiudizi, ovvero delle conclusioni che traiamo in pochi minuti dopo aver conosciuto qualcuno, appiccicandogli un'etichetta che spesso si traduce in una sorta di profezia che si autoavvera.
Esiste un bias cognitivo che si chiama "bias di conferma", e che preferisco chiamare "principio di coerenza interna", che fa in modo che la nostra prima impressione si fissi talmente nella nostra testa da spingerci a cercare conferme alla sua validità, rendendoci difficile cambiare idea.