Nella storia di Peter Pan, la co-protagonista è Wendy, sorella maggiore della famiglia Darling che a soli 10 anni deve prendersi cura dei fratelli più piccoli e viene chiamata “madre” dai bambini perduti, per la sua naturale e innata propensione all’accudimento.
Al di là dell’ovvio, penso che anche tu provi un certo sconforto quando parli, magari in risposta a una domanda che ti ha fatto il tuo interlocutore, e ti accorgi che lui ha lo sguardo perso altrove, oppure ti guarda ma sembra trapassarti con gli occhi assenti o, peggio ancora, viene sequestrato dal suo smartphone.
In questa puntata vorrei rispondere a una domanda che mi sento fare spesso, soprattutto da estranei quando ci presentiamo e ci raccontiamo reciprocamente cosa facciamo nella vita.
Nel momento in cui mi definisco un formatore che tiene corsi sulla comunicazione relazionale e non verbale, la domanda che mi arriva, nove volte su dieci, è: “Perché è importante conoscere il linguaggio del corpo?”
Oggi torniamo sul linguaggio non verbale e vediamo quali indizi può offrire la parte del tronco del corpo umano, quella che va dalle spalle ai fianchi.
Il busto del corpo umano è una sorta di contenitore che ospita organi di massima importanza per la vita, come il cuore, il fegato, i reni, l’intestino e i polmoni.
Oggi torniamo sul mondo non verbale e in particolare sugli occhi, dei quali abbiamo già parlato alcune volte in altri video precedenti, ma non abbiamo ancora toccato le sfumature che saranno protagoniste di questa puntata.
Purtroppo, nella nostra cultura - e in generale in tutte le culture occidentali - c’è da sempre uno scarso interesse riguardo al fatto che ogni giorno, in ogni luogo del mondo in cui esistono interazioni tra esseri umani, il linguaggio del corpo continua a essere una forma di comunicazione, seppur ormai si muova sotto la soglia della nostra coscienza.
Una delle domande che ricevo più spesso dai miei allievi durante i corsi è se esiste una differenza tra la parte sinistra del corpo e quella destra. Parlarne fa parte, ovviamente, del programma didattico, ma la maggior parte delle volte la domanda arriva prima che io sia arrivato a quell’argomento, il che dimostra che è un interrogativo molto presente nella mente delle persone che si avvicinano al mondo della comunicazione non verbale.
Probabilmente anche tu hai avuto a che fare con un cliente arrabbiato o insoddisfatto e purtroppo può capitare anche ai più precisi di incappare in qualche magagna che fa innervosire il cliente, o in un cliente che ha solo voglia di rompere le scatole per cose di poca importanza.
Alcuni manuali sulle strategie di persuasione insegnano che il bravo operatore è colui che cerca di riflettere le posture e di assumere lo stile comunicativo del proprio interlocutore, in modo da instaurare con lui una forte connessione emotiva.
Nel mondo del linguaggio del corpo esiste una moltitudine di segnali corporei inconsapevoli, i cosiddetti “atti subliminali”, dove “subliminali” sta a indicare proprio che si muovono sotto la soglia della nostra coscienza. Anche il sorriso è una delle sfumature della comunicazione non verbale.