Nel mio lavoro di coach mi trovo davanti spesso il tradimento, e ne ho ascoltato moltissime sfumature.
Ho sentito clienti lamentarsi per tradimenti immaginati e magari inesistenti; altri raccontarmi dinamiche di coppia in cui mi appare chiaro un allontanamento emotivo da parte del partner, non percepito, però, da chi me lo racconta; ho ascoltato storie di tradimenti subdoli che duravano da anni, nella dimensione di vita parallela, e che sono stati scoperti dall’oggi al domani; altre di tradimenti reiterati e sempre perdonati dal partner ferito, che afferma “Tradirmi è più forte di lui, ma lo amo troppo per lasciarlo”.
C'è una ricerca sul boom di tradimenti che sta avvenendo in Italia negli ultimi anni, dalla quale si evince che siamo il Paese europeo con il più alto tasso di scappatelle.
Tra le varie soprese che ho trovato in questa ricerca, ci sono alcuni dati che proprio non mi aspettavo.
Un certo grado di gelosia è normale ed è considerato fisiologico in una buona relazione di coppia, almeno nella cultura giudaico-cristiana che, nonostante le molte prove contrarie, si considera ancora monogama.
Al di là del moralismo che vede additare gli amori clandestini come disonesti, al di là del dolore che un tradimento provoca nella persona tradita quando se ne rende conto, magari aprendo definitivamente gli occhi su qualcosa che non voleva vedere, anche chi entra nel ruolo dell’amante di una persona sposata vive considerevoli disagi che minano la propria autostima e il rispetto di sé.
Il tradimento in una coppia è ancora oggi una delle cause di disagio maggiore, che il più delle volte porta a una rottura del legame e a una grande sofferenza nel partner tradito. Se un tempo era relativamente più facile nascondere una “doppia vita”, oggi, con gli smartphone e la messaggistica, chi tradisce si muove sul filo del rasoio e rischia di essere scoperto per sbadataggine.